Sondaggio su inquinamento e bambini

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A Milano siamo da 10 giorni di fila sopra ai limiti di legge degli inquinanti atmosferici, limiti già molto superiori a quelli indicati dall'OMS a tutela della salute.

L'aria inquinata fa male alla salute in diversi modi, in special modo ai bambini e alle bambine.

Le istituzioni sembrano indifferenti e immobili.

Per provare a smuoverle vorremmo dare voce alla storie dei genitori che chiedono solo di vivere in una città che non ammali.

Raccontaci la tua storiahttps://forms.gle/2EyKvDVJwASbPZir8

 


 

130 tecnici contro il ministro Salvini

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130 esperti di mobilità (architetti, ingegneri, urbanisti e altri professionisti) hanno inviato al Ministro dei Trasporti Salvini una lettera aperta per esprimere la loro "profonda preoccupazione per l'involuzione che il nostro paese sta subendo e che lo allontana sempre più dalle scelte attuate da tutti i paesi dell'Unione Europea e dalla comunità internazionale".
Tra i firmatari Stefano Boeri, Paolo Gandolfi, Alfredo Drufuca, Matteo Dondè.

Riportiamo qui sotto il testo integrale della lettera (ringraziamo Bikeitalia.it che ne ha pubblicato il testo integrale e l'elenco dei firmatari).

Come gruppo di esperti e tecnici impegnati nel settore della pianificazione e progettazione della mobilità e del traffico stiamo assistendo a una dura presa di posizione da parte del Ministro dei Trasporti avversa alle politiche di moderazione delle velocità dei veicoli nelle aree urbane.

Con l'emanazione della "Direttiva sulla disciplina dei limiti di velocità nell'ambito urbano ai sensi dell'art.142 del Nuovo Codice della Strada" il Ministro si è infatti opposto in modo esplicito all'iniziativa assunta dal Comune di Bologna di applicare su un'ampia parte (70%) delle strade comunali il limite di velocità di 30 km/h (Città 30).

Si tratta di una posizione poco comprensibile, non basata su alcuna evidenza tecnica o sperimentale, che si pone in netto contrasto con quanto viene suggerito dai massimi istituti sovranazionali come l'OMS e il Parlamento Europeo, oltre che dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale dello stesso MIT, e che ignora quanto è da tempo ampiamente praticato con risultati innegabilmente positivi in molte altre città nel mondo.

Contemporaneamente il MIT si è fatto portatore delle modifiche al Codice della Strada attualmente in discussione in Commissione Trasporti, in particolare per le parti destinate a depotenziare le norme sulla ciclabilità introdotte dalla legge 120/2020, comprese le strade ciclabili, le corsie ciclabili, gli attestamenti avanzati e il doppio senso ciclabile. Anche in questo caso si tratta di una posizione priva di qualunque giustificazione tecnica, che non tiene conto dell'esperienza di moltissime realtà estere e che dimentica che, da quando sono stati introdotti, questi dispositivi hanno consentito al nostro paese di compiere significativi progressi verso il recupero della ciclabilità come modo di trasporto alternativo.

È inoltre opportuno sottolineare come gli interventi citati, in diversi casi, sono stati in tutto o parzialmente finanziati con fondi del PNRR per la Missione 2-Rivoluzione verde e transizione ecologica- in capo allo stesso MIT; ne consegue che le ventilate modifiche alla normativa vigente comporterebbero una ridefinizione dei progetti in atto e delle risorse, pena la mancata erogazione dei finanziamenti da parte del Programma NEXT Generation EU.

Come tecnici ed esperti da anni impegnati sui temi della pianificazione e della progettazione della mobilità e dei trasporti con specifica attenzione alle aree urbane esprimiamo dunque la nostra profonda preoccupazione per l'involuzione che il nostro paese sta subendo e che lo allontana sempre più dalle scelte attuate da tutti i paesi dell'Unione Europea e dalla comunità internazionale.

È al proposito necessario ricordare l'obbligo di perseguire gli obiettivi indicati sia dagli organismi internazionali a cui l'Italia aderisce (ONU, OMS) che dagli strumenti di politica dei trasporti dell'Unione Europea e Nazionale (Piano Nazionale della Sicurezza Stradale), in particolare la riduzione del 50% degli incidenti al 2030. Tale obiettivo non può essere raggiunto senza poter intervenire con efficacia nell'ambito urbano, dove in Italia si registrano i tre quarti degli incidenti stradali, con un tasso di mortalità che si mantiene costante ormai da un decennio ovvero (pari a 1,1 morti ogni 100 incidenti) e un costo economico che supera i 13 miliardi di euro all'anno.

In questo ambito, dove si concentrano elevati flussi di mobilità motorizzata e non motorizzata, un'alta densità di immissioni e intersezioni e diffuse "interferenze" con altri usi della strada, la velocità rappresenta quasi sempre causa, concausa o aggravante dell'incidentalità: da essa infatti dipendono le distanze di arresto, le energie di impatto, la possibilità di effettuare manovre di emergenza e il restringimento del cono visuale dei guidatori.

Peraltro l'esperienza accumulata da ormai molte città ha dimostrato come la riduzione correttamente attuata della velocità in ambito urbano non sia in contrasto con una mobilità efficiente, dato che l'aumento dei tempi di percorrenza è sempre risultato del tutto marginale se non addirittura inesistente.
Di fronte a questi effetti sulla componente veicolare è necessario considerare anche i vantaggi che la riduzione delle velocità comporta per tutti gli altri utenti della strada, dato che le migliori condizioni di sicurezza e il minor inquinamento acustico e atmosferico favoriscono un maggior utilizzo dello spazio pubblico da parte di soggetti altrimenti penalizzati, come pedoni, ciclisti, bambini, anziani e disabili.
Ne deriva che il limite a 30 km/h, se correttamente applicato, non solo non confligge, ma anzi favorisce il diritto alla mobilità e la libera circolazione delle persone.

Sono questi gli elementi di cui come tecnici siamo chiamati a tenere in conto quando nell'ambito delle attività di redazione dei piani di settore (Piani Urbano del Traffico e Piani Urbani della Mobilità Sostenibile) identifichiamo le misure atte a conseguire gli obiettivi e i target riconosciuti e sottoscritti in ambito nazionale e internazionale.

Il Ministro e il suo Ministero dovrebbero dire come pensano altrimenti di conseguire gli obiettivi indicati dallo stesso Decreto Ministeriale 396 del 28 agosto 2019 con riferimento alla redazione dei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile e, soprattutto, l'obbligo sancito dallo stesso Codice della Strada che all'art.1 pone la sicurezza delle persone tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato.

Sempre nella logica dei PUMS è inoltre essenziale che sia riconosciuto agli abitanti delle singole città, attraverso le istituzioni che li rappresentano, il diritto di decidere all'interno delle proprie politiche di governo della mobilità i tempi e i modi di tali interventi, ricordando che ai sindaci è attribuito il compito di tutela della incolumità pubblica e la sicurezza urbana, che è "un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa, nell'ambito delle comunità locali, del rispetto delle norme che regolano la vita civile, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale".

Chiediamo pertanto:

  • che il Ministero non solo non contrasti, ma agevoli l'iniziativa di Bologna e delle altre città che intendono adottare il modello di Città 30, che possono costituire un importante esperimento sulla cui base formulare norme e indirizzi in modo più corretto e informato;
  • che non si approvino le modifiche del Codice della Strada avverse alle norme introdotte dalla L.120/2020 sulla ciclabilità, norme che finalmente ci allineano alle modalità adottate negli altri paesi europei;
  • che non si riduca ma anzi si ampli la possibilità di utilizzare sistemi avanzati di telecontrollo delle infrazioni, compreso il limite dei 30 km/h in ambito urbano;
  • che si emani una normativa nazionale sui dispositivi di moderazione del traffico, sulla base di quanto sperimentato dai paesi che presentano tassi di incidentalità e mortalità stradale ben inferiori a quello italiano.

31/01/2024

 


 

Trenord: da febbraio 2024 bici gratis

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A partire da febbraio 2024 portare la propria bici sui treni di Trenord diventerà gratuito:

https://www.varesenews.it/2023/11/dal-2024-trasportare-le-bici-su-trenord-diventera-gratuito/1781021/

Ricordiamo che il trasporto bici era già gratuito nell'area urbana di Milano (Mi1 - Mi3a) ma da febbraio la gratuità sarà estesa a tutti i treni gestiti da Trenord dove è consentito il trasporto della bici al seguito.

Il trasporto della bici non è permesso su tutti i treni, l'elenco di quelli in cui è consentito si trova qui:

https://www.trenord.it/biglietti/agevolazioni-e-supplementi/trasporto-biciclette

 


 

 

Giù le mani da Bologna Città 30!

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Zona 30

 

"Il MIT faccia pace con sé stesso sulla Città 30"
Le associazioni per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile difendono l'esperienza bolognese in risposta alle ingerenze del Ministero dei Trasporti

Bologna è la prima grande città italiana a sperimentare un limite generalizzato dei 30km/h sulle strade urbane (eccetto gli assi di scorrimento). Si tratta di un modello sempre più comune tra le città europee grandi e medie, dalla Germania - dove amministrazioni di ogni colore politico hanno fatto questa scelta da oltre trent'anni - alla Spagna - che ha adottato una legge nazionale che istituisce il limite dei 30 km/h su tutte le strade urbane. Anche Olbia, città amministrata da un Sindaco di colore politico opposto a quello di Bologna, è città 30 già da giugno 2021, e altre città stanno lavorando per adottare questa politica.

Bologna Città 30 è appena partita, ma il Ministero dei Trasporti sembra intenzionato a impedire all'amministrazione di Bologna, democraticamente eletta sulla base di un programma che comprendeva tale misura, di andare avanti, parlando di "forzature" e "fughe in avanti".

Come associazioni che lavorano da decenni sui temi della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile ricordiamo al Ministro Salvini, che la Città 30 è tra le misure chiave del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale 2030, elaborato dallo stesso MIT, e supportato da linee guida internazionali. È gravissimo che il Ministero non solo non esprima il suo plauso alla città ma addirittura esterni preoccupazione, contraddicendo quindi sé stesso nelle dichiarazioni odierne.

Invitiamo il Dicastero a ripassare meglio le proprie linee programmatiche, e respingiamo con forza questo attacco alle scelte di mobilità dell'amministrazione di Bologna, prese tra l'altro in seno all'autonomia dei territori, un attacco che è figlio della stessa logica con cui è stata concepita la riforma del Codice della Strada voluta dal ministro Salvini, in queste ore all'esame della Camera dei Deputati.

Innumerevoli studi scientifici ed esperienze ormai decennali in tutta Europa confermano l'utilità del limite dei 30 km/h per salvare vite e il suo impatto del tutto trascurabile sulla velocità media di spostamento e sui livelli di congestione del traffico, come evidenziato da questo vademecum. Il Piano globale per la sicurezza stradale adottato dall'OMS su mandato dell'assemblea generale dell'ONU afferma tra l'altro che "nelle aree urbane, dove esiste un tipico e prevedibile mix di utenti della strada (automobilisti, motociclisti, ciclisti, pedoni), dovrebbe essere stabilito un limite massimo di velocità di 30 km/h".

Chiediamo a Governo e Parlamento di lavorare per la sicurezza e la salute delle persone, oltre che per la stabilità del clima. A partire dai pendolari e da chi si muove ogni giorno per lavoro, studio, salute o svago; che lo facciano in auto, a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. È in gioco la tutela del diritto di tutti a una mobilità sicura e sostenibile.

Con le città a 30 km/h l'Italia va più veloce.


Clean Cities Campaign
Kyoto Club
Rinascimento Green
Sai che puoi
Cittadini per l'aria
Genitori Antismog
Comitato Torino Respira
Movimento Diritti dei Pedoni
Legambiente
Fondazione Marco Scarponi
Salvaiciclisti
Bike to school
Fiab Milano Ciclobby


[Foto di Jonas Stolle su Unsplash]


 

BASTAMORTINSTRADA Viale Umbria

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Presidio: Mercoledì 10 gennaio 2024 ore 19, viale Umbria angolo via Pistrucci/Via Maestri Campionesi

Ivano Calzighetti dalle informazioni di stampa aveva 37 anni ed era padre di un bimbo piccolo. Questa notte stava pedalando in città e ha perso la vita in una collisione con un'automobile guidata da un'altra persona. Questa sera ricordiamo Ivano dalle ore 19 nel luogo dove si è consumata questa ennesima violenza stradale, in viale Umbria all'altezza di via Pistrucci.
Oltre a ricordarlo, chiederemo con forza che Milano diventi città 30 adesso, perché ogni scontro stradale avrebbe conseguenze molto meno gravi per tutte le persone coinvolte se le automobili venissero guidate alla velocità giusta, che in città è 30 all'ora. Se potete venite e in ogni caso passate parola. Grazie.

Alcune foto scattate al presidio (Guia Biscaro)

 

Presidio (foto di G. Biscaro) Presidio (foto di G. Biscaro) Presidio (foto di G. Biscaro) Presidio (foto di G. Biscaro)


Bikes&Books: I Diari della Bicicletta

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Venerdì 12 gennaio alle 19:30 in via Borsieri 4/e a Milano

Durante la serata scopriremo i dettagli del viaggio di Claudio Piani insieme a Wencheng, la sua fedele bicicletta, tra luoghi impervi e mirabolanti avventure alla scoperta del mondo e delle sue genti. Un viaggio esteriore ed interiore, affrontato tra fatica e solitudine, alla ricerca della vera, incondizionata, libertà.

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 


 

A Natale...

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Vuoi fare un regalo utile? Non sai cosa regalare a parenti e amici? Vuoi mandare un messaggio al vicino di casa che parcheggia sempre nello spazio per le bici e sul marciapiede?

Regala la tessera FIAB 2024!

Sarà un regalo che nessuno dimenticherà.

Come iscriversi

 


 

#proteggiMI Viale Monza: 10 novembre 2023

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Venerdì 10 novembre, ad un anno esatto dalla prima manifestazione, si torna per la quinta volta in strada con #proteggiMI; la prima manifestazione si è svolta lungo la corsia ciclabile di Viale Monza e anche questo venerdì ci ritroviamo lungo questa via che continua ad essere impunemente abusata come parcheggio ed area di sosta irregolare. Sarà l'occasione per chiedere ancora una volta al Comune di Milano di contrastare la sosta selvaggia sulle ciclabili e sui marciapiedi e per ribadire le richieste contenute nella lettera "Città delle Persone" (http://www.cittadellepersone.it).

Ci vediamo venerdì 10 novembre alle ore 7:30 di mattina in Viale Monza 81 angolo via Martiri Oscuri (MM Rovereto), la ciclabile umana durerà fino alle 8:30.

Evento su Facebook: https://fb.me/e/3M4qeikKp