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Al Castello della Pietra (15/09/2007) *

Il castello può essere considerato il capolavoro dell'architettura castellana della valle e forse della Liguria. La sua collocazione, nel punto più chiuso e tetro della val Vobbia, quasi a picco sulla strada che da Isola del Cantone sale a Vobbia, ha una grande forza di suggestione paesaggistica.
Le fonti storiche relative al castello, piuttosto scarne, hanno contribuito, in un certo senso, ad alimentare l'aura di mistero che da sempre avvolge questo singolare insediamento e la particolare realtà ambientale in cui si inserisce.

I pochi elementi documentali consentono tuttavia la ricostruzione di una breve successione cronologica.

Costruito probabilmente anteriormente al 1200, fu in origine di Opizzone della Pietra, ma rimangono oscuri i motivi che spinsero gli ignoti costruttori medievali ad erigere un così magnifico esempio di architettura militare fortificata in perfetta simbiosi con la natura ed il paesaggio circostante, quasi a volerlo dominare.

I primi documenti in cui viene citato risalgono al 1252, anno in cui i marchesi di Gavi lo cedettero a Opizzone della Pietra, assieme ai feudi della Val Vobbia.
Secondo gli Annali del Caffaro, nel XIII secolo, il castello già era eretto nelle forme attuali e la sua giurisdizione travalicava il colle di san Fermo, attestandosi anche nell'Alta Val Borbera. Alla morte di Guglielmo della Pietra, la fortezza passò agli Spinola sino al 1518, anno in cui gli Adorno presero il sopravvento.

In seguito, il castello avrebbe perso la sua autonomia nel 1613, quando l'imperatore Mattia lo annesse al feudo Pallavicino in Val Borbera. Successivamente il maniero divenne proprietà di Botta Adorno.

Alla caduta dei Feudi Imperiali nel 1797, il castello fu bruciato ed i cinque pezzi di cannone di bronzo, di cui il castello era munito, prelevati dal vescovo di Tortona e fusi nelle campane per la chiesa di Crocefieschi. Iniziava, così, il declino del castello.

I Botta Adorno si estinsero nel 1882 ed il rudere passava ai Cusani Visconti. Il 21 maggio 1919, veniva acquistato dal G.B. Berolodo di Vobbia e, sessant'anni dopo l'acquisizione, gli eredi Beroldo, con atto del 21 maggio 1979, lo donavano al Comune di Vobbia.

Nel 1981 la Provincia di Genova stanziò i primi fondi per il restauro conservativo, teso a fermare il progressivo decadimento, togliendo le macerie e recuperando i reperti rinvenuti durante gli scavi effettuati dal Centro di Studi Storici per l'Alta Valle Scrivia.
Il restauro ha messo in luce i diversi corpi del manufatto storico, rendendo ipotizzabile la testimonianza del Vinzoni nel raffigurare il castello diviso in due corpi sul versante a sud, uno più elevato dell'altro, con i tetti a due spioventi, una torre, o parte di un muro alla fine del camminamento a ovest ed una posizione di vedetta quasi sulla sommità del torrione a nord.



Gita anticipata al Sabato.
Partendo da Arquata Scrivia percorriamo la Val Borbera verso le famose "strette di Pertuso", uno spettacolare tratto ingolato dove il letto del Borbera si restringe bruscamente e il fiume scorre impetuoso sotto imponenti muraglioni di conglomerato di Savignone alternando pozze e rapide in successione. (in verità c'era poca acqua e il torrente non era così impetuoso !!!).
Superato il comune di Cantalupo Ligure prendiamo la strada che ci porta verso Cabella Ligure, in alta Val Borbera, dove ha inizio la salita al valico di S. Fermo. Per raggiungere il valico esistono due strade:
- la prima, impegnativa comincia a salire subito fino a raggiungere i comuni di Dova Inferiore e Dova Superiore. Giunti a Dova Inf., la strada rimane in costa salendo dolcemente fino al valico.
- la seconda, corre per buona parte lungo la valle formata dal torrente Gordonella salendo verso Dova Superiore solo nell'ultimo tratto.

Ovviamente a noi piacciono le cose facili e quindi scegliamo la prima strada.
Come ci capita di frequente saliamo immersi nella natura senza incontrare alcun veicolo a motore (SPETTACOLO !!!!). Gli unici incontri lungo il nostro cammino sono solo altri ciclisti intenti nella discesa verso Cabella Ligure.

Curiosi i nomi delle località che spesso incontriamo nelle nostre uscite. E curiose e/o interessanti le storie spesso legate a queste località.
Giunti a Dova, sul versante opposto della valle riusciamo a scorgere le "Canarie" e la sua chiesa costruita però su un terreno non troppo "sicuro". Negli ultimi anni del 1800 il terreno su cui era stata edificata secoli prima la chiesa iniziò a mostrare i primi segni di cedimento. A causa di ciò la struttura, divenuta pericolante, venne demolita ma subito ricostruita nello stesso luogo. Il prevosto Don Daniele Guidobono della parrocchia di Dova Superiore (ingegnere che edificò l'attuale chiesa di Dova e responsabile della costruzione delle chiese della diocesi di Tortona) si mostrò sempre contrario a tale costruzione sostenendo che "non sarebbe durata più di 100 anni". Don Guidobono consigliò la costruzione di un edificio di dimensioni minori delle attuali proprio per evitare la situazione verificatasi. I lavori comunque iniziarono sotto la supervisione del parroco, nativo di Gordena, Agostino Tambutto (deceduto nel 1947). La chiesa venne consacrata nel 1904 e alla benedizione della nuova Chiesa, Don Daniele Guidobono non partecipò per mostrare il suo disappunto. Nel 1915, grazie alle offerte dei fedeli, Agostino Tambutto riuscì a costruire il campanile, unica parte della chiesa che ai giorni nostri non presenta crepe ne segni di cedimento.

Giunti al valico di S. Fermo (alt.1155) ci fermiamo per la sosta pranzo e godiamo del panorama stupendo di cui si pù godere: l'alta Val Borbera alle nostre spalle, la Valle del Monte Antola e la Val Vobbia dove siamo diretti per visitare il famoso Castello della Pietra.
Dopo il meritato riposo rimontiamo sulle nostre bici e scendiamo veloci su una bellissima discesa con il manto stradale nuovo di pacca e caratterizzata dall'assenza di traffico.
WOW, IL SOGNO DI OGNI CICLISTA !!!
Giunti al castello abbandoniamo le bici per percorrere il sentiero che ci porta all'ingresso del Castello. Una bella visita di circa un'ora e mezza ci consente di ammirare questa costruzione recuperata all'oblio e al vandalismo (prima delle truppe Napoleoniche poi, in tempi recenti, dei comuni vandali).

Le foto si trovano qui

http://www.emmexx.it/Luca/foto/index.php?album=2007%2F

Album: Al Castello della Pietra
Password: pietra1200

Bye, Luca

Ps: grazie a Estelle Campion per il suo contributo fotografico
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