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Un altro ciclista muore a Milano
posted by Presidente on 30/03/2007

A Milano vi è ormai una endemica emergenza sicurezza sulle strade che solo una grave e ostinata negligenza potrebbe indurre a sottovalutare.
 
Giovedì 29 marzo intorno alle 18.30, dunque in piena ora di punta e mentre ancora non erano scese le luci della sera, un ciclista è stato travolto da un’auto di grosse dimensioni (Suv) in viale Abruzzi, a pochi metri dall’incrocio con via Plinio.
 
Da una prima ricostruzione sul luogo del fatto, sembra che il ciclista sia stato centrato in pieno dal Suv che cercava di sorpassare a destra un mezzo ATM e che, dopo avere investito la bici, ha proseguito la corsa tamponando un’altra autovettura la quale, a sua volta, ha investito uno scooter, il cui conducente è stato ricoverato in gravi condizioni.
Un tamponamento a catena dove imprudenza e velocità hanno avuto effetti tragici con un bilancio che poteva essere ancora peggiore.
Il ciclista, un giovane di 26 anni, sbalzato di sella si è schiantato sul marciapiede ed è deceduto.
 
E’ impossibile non accorgersi che non passa giorno senza che si verifichino situazioni in cui viene messa a repentaglio addirittura la vita e l’incolumità fisica sulle nostre strade. E a farne le spese sono spesso gli utenti più deboli.
 
Al Sindaco chiediamo che venga finalmente accolta la reiterata richiesta di costituire un Comitato per la sicurezza stradale di cui facciano parte anche, come utenti delle strade, le rappresentanze dei ciclisti e dei pedoni per affrontare insieme i problemi della sicurezza stradale e collaborare alla ricerca di soluzioni. In quella sede dovrebbero tra l’altro essere resi periodicamente noti i dati dell’incidentalità anche relativamente alle due ruote, non solo per quanto concerne le statistiche, ma anche le cause e le circostanze in cui gli incidenti si verificano.
 
Chiediamo in definitiva che l’emergenza sicurezza stradale rientri nella scala di priorità dell’azione concreta dell’Amministrazione anche dopo essere uscita dai riflettori della cronaca.
Si tratta di problemi che non si risolvono spostando semplicemente sugli attori deboli della circolazione - che qualcuno vorrebbe addirittura eliminare dalle strade o confinare in appositi recinti ad essi dedicati - tutti gli oneri di una mobilità pesante, aggressiva e senza regole.
 
Occorre poi finalmente prendere atto che la velocità è la prima causa di morte sulle nostre strade: ogni esitazione, su questo fronte, comporta nei fatti l’attribuzione di una licenza di uccidere.
 
Alla Polizia Locale di Milano è tempo di chiedere di fare la propria parte nelle azioni di prevenzione e di repressione in una cornice di regole razionali e condivise, per accorciare la distanza tra le norme scritte e la prassi, tra un Codice della strada “formale” e uno “materiale”.
 
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus)
 
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