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Trittico dei castelli canavesi 1 (12/03/2006)
La prima gita del Trittico dei castelli canavesi è stata caratterizzata dal vento; un vento forte e pregnante,che ci ha accompagnati per tutto il tragitto.
Quando siamo partiti da Santhià, ho notato che le persone del posto, guardavano con curiosa perplessità, questo gruppo di ciclo-amatori che attraversava la cittadina, in direzione delle colline circostanti,pedalando rigorosamente in fila indiana, a causa di un'aria ventosa che rendeva particolarmente faticosa la marcia delle bici. Arrivati ad Alice-Castello,ci siamo portati su una strada secondaria che conduce al lago di Viverone.
Da quel momento, il vento che prima ci sembrava ostile, è diventato per noi un compagno di viaggio che, oltre a renderci la pedalata più agile nel percorso in salita, ha reso tutto il paesaggio pittorescamente luminoso,in una giornata limpida e particolarmente tersa. Arrivati sulla costa della collinetta che si affaccia a terrazza sul lago, c'è stato un plauso entusiastico di tutti perchè abbiamo potuto apprezzare la splendida veduta panoramica di una magnifica catena di montagne, bianchissime, che facevano da cornice a una vallata boscosa, circondante il lago, reso ancor più azzurro dal riflesso di un cielo serenissimo. L'umore del gruppo era decisamente gaudente, perchè oltre al paesaggio, il percorso ci faceva godere le piacevoli ondulazioni di un sentiero semi-asfaltato, che costeggiava dall'alto il lago. Arrivati al castello di Masino avremmo dovuto, secondo i programmi, visitarlo all'interno con una guida del posto ma, in maniera spontanea, abbiamo preferito tutti fermarci a mangiare in un piacevole bar-ristorante del castello, visitando lo stesso dall'esterno e soffermandoci nei lunghi bei viali del parco. Il ritorno infine, è stato ancora gradevole per un po’ di chilometri in cui si pedalava con scioltezza, in una strada in discesa, finchè il vento di nuovo protagonista ce lo siamo trovato contro,
con raffiche forti e costanti che ci ha reso molto difficoltoso il rientro.
Per percorrere gli otto chilometri mancanti all'arrivo, ho ritenuto opportuno fermare il gruppo più volte, a riprendere fiato, perchè mi rendevo conto che alcuni di noi rischiavano di star male se non ci fossimo fermati un pò. Alla fine però siamo arrivati tutti bene, affaticati ma baldi e soddisfatti. Concludo, considerando questa gita una delle più belle che ho guidato con Ciclobby, e penso che anche i miei compagni di gruppo l'abbiano vissuta più o meno così.

Pietro Scafati

Le foto sono di Maria Gabriella Berti

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