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Subito al via i cantieri per una Cittą ciclabile


Ciclisti e pedoni, benefattori della mobilità
Bici: zero inquinamento e zero traffico
 
Si è parlato di mobilità “dolce” alla conferenza stampa del 31 maggio presso la sede di via Borsieri che ha visto seduti allo stesso tavolo, oltre a Fiab CICLOBBY, Legambiente, Cammina Milano e il Coordinamento dei Comitati di Milano. Al centro del dibattito maggiore sicurezza e infrastrutture per ciclisti e pedoni.
Continuiamo ad apprezzare l’importante lavoro che si sta svolgendo al Tavolo tecnico della mobilità e che prelude alla emanazione del Piano della Mobilità Ciclistica. - afferma Luigi Riccardi, del Direttivo Fiab CICLOBBY - Appoggiamo la buona volontà e gli sforzi per dare a Milano una politica della ciclabilità che è stata per anni totalmente assente nel governo cittadino. Ma è evidente che le buone intenzioni da sole non bastano”.
Secondo l'associazione dei ciclisti, infatti, Milano ha accumulato in tema di mobilità ciclistica un ritardo non più tollerabile.
Le polemiche degli ultimi giorni sono parse strumentali e scarsamente “illuminate”, volte solamente ad alimentare conflittualità tra mobilità deboli, come sono quelle dei pedoni e dei ciclisti. Milano non ha bisogno né di guerre di religione, né di conflitti – reali o inventati “ad arte” – tra utenti deboli della strada: ciclisti e pedoni stanno dalla stessa parte.
Che la sicurezza sia un'emergenza sulle nostre strade lo dicono i numeri. Che spesso, a farne le spese, siano le utenze più deboli lo ricordano le cronache e le statistiche: nel solo comune di Milano il 2006 ha fatto registrare ben 37 morti e 2.102 feriti, tra pedoni e ciclisti, coinvolti in incidenti con veicoli a motore. Ancora oggi, a Milano, moltissime persone sono scoraggiate dall'uso della bici, per sé o per i propri familiari, proprio per una endemica sensazione di insicurezza. Il ciclista spesso si sente fuori luogo, addirittura a volte sulle stesse (scarse) piste ciclabili. Molti cercano di affrancarsi dai pericoli sulle strade ad esempio utilizzando i marciapiedi, anche in modo non sempre corretto. Eppure il ciclista andrebbe aiutato e non multato.
Un significativo aumento della mobilità ciclabile comporterebbe un beneficio pari a quello di una nuova flotta di autobus o di una nuova linea metropolitana, ma a zero costi per il comune, zero congestione e zero emissioni: per questo ci aspetteremmo un ricambio di cortesia istituzionale e civica, e quelle opere davvero indispensabili a rendere la circolazione ciclistica in città più sicura e confortevole. - sostiene Barbara Meggetto, Direzione regionale Legambiente Lombardia - Il raddoppio dei ciclisti urbani è un obiettivo realistico, ma senza aumento di sicurezza questo può significare - per legge statistica - il raddoppio degli incidenti e delle vittime del traffico. In una città amichevole ci si muove per vivere, non per rischiare la pelle.
E la sicurezza di poter circolare in bici nei propri spostamenti senza rischiare la vita ogni giorno è un modo concreto per restituire desiderabilità e civiltà al nostro vivere urbano. In questo senso deve essere prioritaria nella azione della Amministrazione comunale la realizzazione di una rete diffusa di itinerari adatti alla circolazione in bici, sottratti alle insidie del traffico o con idonei interventi di traffic calming.
Fiab, Legambiente, Cammina Milano e il Coordinamento dei Comitati milanesi danno appuntamento a tutti i cittadini lunedì 4 giugno alle 18 davanti a Palazzo Marino.
Queste in sintesi le richieste scaturite dalla conferenza:
·         parcheggi: occorre procedere alla posa di idonee attrezzature per il parcheggio sicuro delle bici, anche per contrastare fenomeni diffusi di parcheggio selvaggio, che costituiscono spesso fonte di disagio per la mobilità pedonale;
·         strade a 30 km/h nei controviali: per favorire la circolazione sicura delle biciclette e per migliorare anche la sicurezza dei pedoni si dovrebbe iniziare ad attuare il provvedimento di limitazione della velocità dei veicoli in tutti i controviali cittadini (ad es. i viali delle Regioni) e puntare all’estensione delle “Zone 30”;
·         uso regolamentato dei marciapiedi: si tratta di applicare ai marciapiedi che, per le loro caratteristiche, lo consentono quanto già previsto dalla vigente normativa (Codice della Strada art. 39 e Regolamento del CdS art. 122, 9c): cd. pista ciclabile contigua al marciapiede e percorso pedonale e ciclabile.
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