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manifestazione ciclisti e pedoni: il giorno dopo
posted by Presidente on 05/06/2007

Erano un migliaio i presenti, tra ciclisti e pedoni, al presidio in piazza della Scala lunedì 4 giugno alle 18, indetto non "contro" qualcuno ma "per" l'affermazione di una cultura della mobilità sostenibile.
 
Uniti per dimostrare che ciclisti e pedoni, come anziani, bambini e disabili, non sono in guerra tra loro, come vorrebbe qualcuno, ma insieme chiedono e pretendono una attenzione concreta ai temi della mobilità dolce.
 
Uniti per dire "basta" al Partito dell'Automobile "sempre e comunque" che nega ai cittadini la libertà di muoversi in sicurezza sulle strade della città.
 
Insieme a Fiab CICLOBBY, Cammina Milano, l'associazione che tutela i diritti dei pedoni, Legambiente Lombardia, il Coordinamento dei Comitati di Milano, i Genitori Antismog e molta gente che ha raccolto l'invito ad essere presente per testimoniare vicinanza e solidarietà su questi temi.
 
Hanno partecipato alla manifestazione anche i consiglieri comunali Maurizio Baruffi, Carlo Montalbetti, Enrico Fedrighini, Pierfrancesco Majorino.
 
CICLOBBY ha in questa occasione ribadito le richieste fatte al Comune per dare subito il via ad alcuni interventi ritenuti prioritari allo scopo di favorire la circolazione sicura delle bici, in particolare: Zone 30, uso regolamentato dei marciapiedi ai sensi del Codice della strada e parcheggi per bici.
 
 
 
A seguire una RASSEGNA STAMPA dei principali articoli di cui abbiamo avuto segnalazione per via telematica, con riferimento alla manifestazione. Aggiungeremo sul sito eventuali ulteriori segnalazioni.
 
ANSA
IN BICI DAVANTI A PALAZZO MARINO PER CHIEDERE PIU' SICUREZZA
            (ANSA) - MILANO, 4 GIU - Tutti in sella alla loro bicicletta, chi con fischietti in bocca, chi con trombette in mano. Tutti a scampanellare davanti a Palazzo Marino per chiedere alla giunta Moratti "la libertà di muoversi sulle strade in sicurezza".
 Il popolo della due ruote è accorso numeroso, nel tardo pomeriggio, alla manifestazione organizzata dalle associazioni Fiab, Legambiente, Cammina Milano e Coordinamento dei comitati milanesi in piazza della Scala. Scopo dell'iniziativa "affermare la cultura di una mobilità sostenibile - ha detto Eugenio Galli, presidente di Fiab Ciclobby Onlus - che a Milano rischia di essere ancora una volta schiacciata dal partito dell'auto a tutti i costi". Ma anche sollecitare il Comune "a cantierizzare, sin dal 2007, la posa di attrezzature per il parcheggio delle bici, l'introduzione di tratti ciclabili lungo i controviali cittadini e la regolamentazione, secondo il codice stradale, di marciapiedi promiscui per pedoni e ciclisti".
 Ed è proprio a questa "promiscuità virtuosa" che punta Maurizio Baruffi, capogruppo dei verdi a Palazzo Marino, con la mozione che sottoporrà al Consiglio comunale. "L'uso promiscuo dei marciapiedi - ha detto Baruffi durante il sit-in - è previsto dal codice della strada ma a Milano non esiste. I ciclisti vogliono rispettare le regole, diamogliene la possibilità".
 Alla manifestazione hanno partecipato anche Manfredi Palmieri, presidente del consiglio comunale di Milano ("La sicurezza deve essere il criterio guida delle scelte dell'Amministrazione per la mobilità ciclabile") e Doretta Vicini, neo vice presidente della Federazione ciclistica europea, che ha sfatato il mito della 'guerra' tra ciclisti e pedoni: "I ciclisti non hanno mai ammazzato nessuno, né sui marciapiedi né sulle piste ciclabili. Invece i ciclisti continuano a essere ammazzati dalle auto". In memoria del ciclista travolto lo scorso marzo in viale Abruzzi, alla manifestazione ha partecipato anche una rappresentaza del quartiere, guidata da Daniela Villa: "Il Comune non si accanisca con i ciclisti ma inizi a far rispettare i limiti di velocità sulle strade".(ANSA).
 
 
 
Corriere della Sera (05.06.2007) di ARMANDO STELLA
La protesta davanti al Comune. «La politica è in ritardo». I Verdi: vanno
aperti i marciapiedi alle bici
Presidio su due ruote a Palazzo Marino «Troppe promesse, subito più ciclabili»
Le associazioni: incidenti in aumento. Il Comune: in tre anni 120 chilometri di piste riservate
 
«Secondo voi il messaggio è arrivato? ». Figurarsi. L'ultima domanda- provocazione al microfono raccoglie tre minuti di fischi, trombette e campanelli per le finestre chiuse di Palazzo Marino. Il popolo delle due ruote è «stanco delle promesse» e arrabbiato «perché s'insiste nella politica dell'auto a ogni costo, si lanciano proposte insensate tipo le targhe alle bici, si mettono contro ciclisti e pedoni». E invece, la santa alleanza della mobilità dolce è in piazza unita per dare l'aut aut al Comune. «I primi interventi devono partire entro il 2007», attaccano Eugenio Galli e Gigi Riccardi, presidenti di Ciclobby e Fiab. Non s'accettano più «scuse» dal Comune: «I ritardi sono pluridecennali».
Dunque: subito «parcheggi sicuri» e «più zone a 30 chilometri orari per le auto». E altrettanta tempestività spinga «il piano delle piste protette» e il regolamento «che apre i marciapiedi a ciclisti e pedoni». Sono un'ottantina gli spazi abbastanza adatti, dice il Verde Maurizio Baruffi. Che ha pronta una mozione per il consiglio: «Ora si mettano i fondi».
Piazza della Scala, ore 18. Palazzo Marino è zona rossa. Transenne e poliziotti. «Hanno paura di noi...», ironizzano in molti. Vuoi vedere. Il sit-in raccoglie qualche centinaio di manifestanti in sella con volantini e striscioni. L'ala dura e pura del movimento annovera i pensionati della Onlus «CamminaMilano», bimbi in età pre-scolare, «Genitori antismog», universitari e professionisti in giacca, pedalatori di Critical Mass, comitati, Legambiente e politici. Il tono dello scontro è in una frase al microfono: «Si è perso un cane pastore con collare rosso». Appunto.
Da alcune settimane un Tavolo tecnico è al lavoro sul nuovo Piano comunale della mobilità ciclistica. Prevede: un aumento delle piste per le due ruote da 70 a 120 chilometri in 3 anni, marciapiedi per uso promiscuo, 1.326 stalli in 70 punti strategici. Così l'assessore Edoardo Croci: «Abbiamo accolto le proposte delle associazioni al Tavolo tecnico. La disponibilità della giunta s'è già concretizzata». «È vero, ma non basta», risponde la piazza. Anzitutto perché l'uso della bici «non va più penalizzato » (leggi: la campagna di multe annunciata dai ghisa). E poi, insomma, «una seria politica antismog non può prescindere dalla mobilità dolce», osserva Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente (leggi: vada alle due ruote il 10% delle risorse comunali sui trasporti, come vuole l'Ue). Concordano i «Genitori antismog»: «Dal 2001 a oggi non abbiamo visto nessun risultato in tema d'inquinamento». Sulla stessa linea Ulivo, Verdi, Lista Ferrante, Pdci: «Non sono più rimandabili interventi seri per incentivare i mezzi non inquinanti e mettere in sicurezza i percorsi». Condivide a metà il presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri: «La sicurezza dev'essere il criterio guida per l'amministrazione, ma va limitata la circolazione delle biciclette nelle aree più problematiche».
Problemi? Trentasette morti e 2.102 feriti tra pedoni e ciclisti nel 2006 «richiedono una risposta», urla la piazza. Un ragazzo mostra una ciambella salvatraffico, Critical Mass disegna una pista spray da Leonardo da Vinci alla Galleria. Non basta, evidentemente. Il resto, scampanella il sit-in, «tocca a Palazzo Marino». Sarà arrivato il messaggio?
 
 
 
La Repubblica (05.06.2007) di STEFANO ROSSI
Fiab, Ciclobby e Legambiente chiedono strade con il limite di 30 all’ora, rastrelliere e uno specifico Piano della mobilità ciclistica
In trecento con le biciclette in piazza Scala: "Più sicurezza per le due ruote"
Verdi e Forza Italia propongono la costruzione di ottanta piste in sicurezza
 
Più spazio alle bici, in nome della mobilità ecologica e sostenibile, superando la contrapposizione assurda e pretestuosa fra ciclisti e pedoni. Anche se non sempre i primi sono senza macchia, «non si sa di pedoni uccisi dai ciclisti, mentre di ciclisti uccisi dalle auto ce ne sono molti, specie in questo 2007». Queste, in sintesi, motivazioni e slogan dei circa trecento amanti delle due ruote che si sono dati appuntamento ieri alle 18 in piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino. Tutti sul loro cavallo d´acciaio, buono nell’occasione per far levare una sonora scampanellata all’indirizzo della giunta, che non ha ancora varato il Piano per la mobilità ciclistica, promesso per la fine di gennaio.
Tre le richieste principali dei manifestanti, così riassunte da Eugenio Galli, presidente di Ciclobby, e Luigi Riccardi, presidente Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta: «Le bici sui marciapiedi, come prevede il codice della strada. L´istituzione di strade e quartieri con velocità massima di 30 chilometri orari, perché la velocità delle auto è la prima causa di incidenti per ciclisti e pedoni. Più parcheggi per le bici, e che permettano di legare ruota e telaio insieme: quelli con la fessura non vanno bene, rischi di ritrovare solo la ruota». Commenta Carlo Montalbetti (Lista Ferrante): «Basta guardare piazza della Scala, ci sono solo sei stalli per la bici».
Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, ha rivendicato il contributo alla causa ambientale del trasporto su due ruote, chiedendo al Comune di investire nella ciclabilità «un decimo delle spese affrontate per sostenere la mobilità automobilistica». Il consigliere comunale verde Maurizio Baruffi presenterà in aula una mozione per impegnare la giunta ad autorizzare la circolazione delle bici sui marciapiedi in ottanta strade cittadine. La mozione è bipartisan, essendo stata firmata ieri da due consiglieri di Forza Italia, Baldassarre e De Pasquale. Una risposta all’iniziativa dei vigili, di una quindicina di giorni fa, di punire con 36 euro di multa i ciclisti che viaggiano sul marciapiede. Il presidente del consiglio comunale, il forzista Manfredi Palmeri, si dice d´accordo con qualche distinguo: «È opportuno limitare la circolazione delle bici nelle aree con problemi oggettivi, potenziandola invece nel resto della città con investimenti orientati a migliorare la sicurezza delle strade e a promuovere la formazione dei cittadini».
 
 
 
Il Giornale (05.06.2007) di Redazione
Trecento ciclisti in piazza: «Vogliamo strade più sicure»
 
Sono arrabbiati i ciclisti milanesi. Trombette e campanelli alla mano, ieri pomeriggio alle 18 si sono riuniti in più di trecento davanti a Palazzo Marino determinati a farsi sentire. «Non manifestiamo contro qualcuno - ha precisato il Presidente di Fiab Ciclobby, Eugenio Galli - ma per l’affermazione di una cultura della mobilità sostenibile».
Adolescenti e genitori con i bambini nel seggiolino delle loro biciclette, ma non solo. Rappresentanti dei comitati di quartiere, Legambiente ed Ecf (European Cyclists Federation), la lobby della bicicletta a livello europeo. Tutti insieme per solidarizzare con chi ha deciso di lasciare la macchina in garage, ma non vuole più rischiare la vita. «Faccio almeno 10.000 chilometri all’anno in sella alla mia bicicletta», racconta Dario Albano, venuto alla manifestazione con il figlio di sei anni. «Io vado in bici anche a fare la spesa», rincara Marco Montagna che di mestiere ripara le due ruote e vorrebbe che la sua Milano avesse 400 chilometri di pista ciclabile come Amsterdam». Ma la soluzione non è solo questa, ieri infatti, il presidente di Ciclobby ne ha proposte altre tre: «Vogliamo più parcheggi per i nostri mezzi, per non creare disagio ai pedoni». E ancora, «strade a 30 chilometri orari per dar vita a zone sicure ed evitare pericolosi picchi di velocità». E infine «un uso regolamentato dei marciapiedi», spazi ibridi per ciclisti e pedoni, come quelli di Piazza Lega Lombarda. Proprio questo punto è stato oggetto di una mozione presentata ieri da Maurizio Baruffi, capogruppo dei Verdi a Palazzo Marino. «Abbiamo voluto dare una risposta al giro di vite contro i ciclisti da parte dei ghisa - ha precisato Baruffi - È sbagliato criminalizzare i più deboli, tocca ai mezzi più pesanti assumersi le responsabilità maggiori».
In Piazza della Scala, c’era anche qualcuno dei primi multati. Come Silvia che nonostante l’ammenda da trentasei euro, non ha rinunciato ad inforcare la bicicletta per andare alla manifestazione. «Ero in Corso Sempione vicino all’Arco della Pace quando una macchina mi ha urtata - racconta la ciclista -. Sono caduta sul marciapiede, ho rotto la bicicletta e ho rimediato una melanzana sulla gamba. Oltre il danno la beffa: io ho preso la multa e l’automobilista è andato via». Intanto il Comune sta lavorando al piano della mobilità ciclistica, un corpus di norme che dovrebbe rendere più facile la vita ai milanesi che non vogliono rinunciare a pedalare. «La sicurezza stradale - ha detto il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmieri - richiede una piena assunzione di responsabilità da parte di chi rappresenta e opera nelle istituzioni. Per questo il tema dovrà essere posto all’ordine del giorno di una seduta congiunta delle Commissioni consiliari Sicurezza, Trasporti e Salute». Solo due mesi fa, in viale degli Abruzzi ha perso la vita un ciclista romeno. «Preferisco rischiare la multa, piuttosto della vita - ha sentenziato Daniella Villa del Comitato del quartiere -. Per questo siamo qui».
 
 
 
Il Meridiano (05.06.07) di MARTA COLOMBI
Protesta a due ruote
Palazzo Marino. Stretti nella morsa di traffico, inquinamento e insicurezza stradale, pedoni e ciclisti milanesi hanno protestato ieri pomeriggio fuori da Palazzo Marino per chiedere al sindaco Moratti di abbandonare i proclami e affrontare seriamente i problemi della mobilità delle utenze "deboli" migliorando lo stato delle strade, intervenendo sulla sicurezza stradale e attuando finalmente una concreta e coerente politica della mobilità ciclistica.«Apprezziamo quanto la Giunta sta facendo in vista dell’emanazione del Piano della Mobilità Ciclistica, ma ci è noto che l’inferno è lastricato di buone intenzioni. – ha spiegato Luigi Riccardi, uno dei leader della protesta, già presidente di Ciclobby -. Per questo, a oltre un anno dall'insediamento della nuova Giunta e in assenza di qualsiasi attuazione concreta a favore della mobilità debole, è arrivato il tempo di chiedere e pretendere legittimamente realizzazioni». «Non siamo in piazza “contro” qualcuno, ma “per” l’affermazione di una cultura della mobilità sostenibile che a Milano rischia di essere ancora una volta schiacciata dal Partito dell'auto-a-tutti-i-costi, con le sue organizzazioni portaborse e le sue ramificazioni- ribadisce il presidente di Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) Eugenio Galli -. Portiamo le nostre proposte, come abbiamo sempre fatto, ma facciamo presente che il tempo non può ancora passare invano».
Marta Colombi
 
 
 
Caterpillar (04.06.07) Radio Due
podcast di CATERPILLAR Prima parte del 04/06/2007 su Altroconsumo: inchiesta sui filtri per l'acqua; Milano: manifestazione in bici contro le multe a Palazzo Marino.
 
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